William Guerrieri
William Guerrieri nasce a Reggio Emilia nel 1952 e vive a Modena. Si laurea in Pedagogia nel 1974,  all'Università di Bologna dove frequenta il corso di studi del DAMS.
Nel 1990 è ideatore con Guido Guidi e Paolo Costantini, del progetto d'indagine fotografica " Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea” di cui è il coordinatore. Ha curato diverse indagini e pubblicazioni fra le quali Via Emilia. Fotografie luoghi e non luoghi 1e 2 (1999-2000). Per il Ministero ai Beni e Attività Culturali, a curato con Guido Guidi e Maria Rosaria Nappi, la mostra Luoghi come paesaggi. Fotografia e committenza pubblica in Europa negli Anni Novanta ( 2000). E' curatore, con Tiziana Serena, della nuova collana dedicata alla costruzione della TAV,  Linea veloce Bologna-Milano.
Come autore si è dedicato dal 1991, ad una  metodica  rilevazione di interni di luoghi pubblici dal titolo Ambienti Pubblici e dal 1994, con il progetto  Identità di Gruppo, si dedica all’analisi del tema dell’identità sociale, attraverso il recupero di immagini fotografiche e testi anonimi, lavori entrambi pubblicati nel catalogo Oggi nessuno può dirsi neutrale,  Galleria Ar/Ge Kunst, Bolzano.
Nel 1999 conduce  un laboratorio di fotografia sull’area metropolitana della Barona, di Milano ed espone la propria ricerca, dal titolo Zona 16, con quella di 12 giovani fotografi del quartiere, all’Openspace di Milano.
Nel 2001, come scelta strategica per orientare il proprio lavoro sul valore della memoria, inizia un  progetto di ricerca sull'architettura istituzionale del ventennio, riprendendo interni di edifici dello stato e utilizzando fotografie tratte da quotidiani dell'epoca. 
Ha partecipato a diverse campagna fotografiche, fra le  Aemilia (1995),  Venezia-Marghera (1997), Spazio merci (2002), Work in progress (2003), Atlante 03 (2003), Sguardi contemporanei (2004) Luoghi della cura (2005), Linea veloce Bologna Milano (2006).
Nel 2005 ha partecipato alla mostra Trans Emilia. Le collezioni di Linea di Confine: una indagine territoriale sull'Emilia Romagna, curata da Urs Sthael del Fotomuseum Winterthur (CH) e alla Settimana  della Fotografia Europea, Reggio Emilia, con una ricerca sulla distruzione del paesaggio, nei suoi aspetti storici e naturali, dal titolo Rovine (2005).  
 


Giovanni Chiaramonte 
Nato nel 1948 a Varese da genitori di Gela, Giovanni Chiaramonte inizia a fotografare alla fine degli anni sessanta, operando per la ripresa della forma figurativa, seguita alla grande stagione astratta e informale di certe tendenze della Pop-Art e dell’Arte Concettuale.
Dopo aver curato la mostra e il volume Fotografia europea contemporanea, in cui presenta nel 1983 i più importanti autori della sua generazione, Chiaramonte si dedica dapprima alla relazione tra luogo e identità dell'uomo con i volumi Giardini e paesaggi ,1983, e Penisola delle figure, 1993. Affronta poi in due momenti il tema e il dramma essenziale delle radici e del destino dell’Occidente in Terra del ritorno, 1989, e in Westwards, 1996. Un'elegia ed un viaggio di ritorno a Gela nei tempi e nei luoghi del Mediterraneo è Ai confini del mare, 1999. Nel 2000 con i poeti e scrittori Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Luca Doninelli, Umberto Fiori, Giovanni Raboni, Davide Rondoni ha pubblicato ed esposto in Triennale l'opera Milano. Cerchi della città di mezzo e ha realizzato il volume d’artista In corso d’opera, in occasione del restauro della facciata della Scala. Nello stesso anno sono inoltre usciti Mondocittà/Worldcity con Joel Meyerowitz e Pellegrinaggi occidentali. Nel 2002 ha pubblicato Frammenti dalla Rocca-Cefalù e nel 2003 Dolce è la luce. Nel 2004 espone il suo percorso nella forma e nella figura dell’Europa intitolato Abitare il mondo. EuropE. Alla Biennale di Venezia, nella sezione Episodes presenta 14 immagini in grande formato tratte dal suo ventennale lavoro sulla capitale tedesca, pubblicando un porfolio intitolato Berlin, Figure. Nella primavera del 2005 pubblica ed espone la prima parte di un’opera sul paesaggio lombardo, Attraverso la pianura, dedicato agli spazi autostradali delle tangenziali milanesi; Senza foce, la seconda parte dell’opera, dedicata al fiume Olona lungo cui si è sviluppata l’industria del novecento, esce nel 2006.
Giovanni Chiaramonte ha creato e diretto collane di fotografia per Jaca Book, Federico Motta Editore, Società Editrice Internazionale ed Edizioni della Meridiana, accompagnando il suo lavoro artistico con una riflessione storica e teoretica dedicata agli autori a lui più vicini, tra cui Paul Strand, Minor White, Eugene Smith, Robert Frank, Wim Wenders, Paolo Monti, Mario Carrieri.
Dopo aver insegnato Drammaturgia dell’Immagine alla Facoltà Teologica di Sicilia, continua ad insegnarla al Master di Comunicazione di Palermo. Attulmente sta insegnando Storia della Fotografia alla Università di Parma e allo IULM di Milano.
Dal 1974 ha esposto in mostre personali e collettive nei più importanti spazi del mondo, attualmente vive e lavora a Milano.
Nel 2005 viene conferita a Giovanni Chiaramonte

la Laurea Honoris Causa in Architettura dall’Univerisità degli Sudi di Palermo, per la ventennale collaborazione sul tema dell’abitare e della città con le riviste e le istituzioni nazionali e internazionali.
 

Pierpaolo Mittica
Pierpaolo Mittica è nato a Pordenone il 6 agosto del 1971 e risiede a Spilimbergo.
Inizia giovanissimo a fotografare insieme allo zio Alfredo Fasan, suo primo maestro, poi grande importanza riveste nella sua formazione fotografica Giuliano Borghesan.
Nel 1990 consegue il diploma in conservazione, tecnica e storia della fotografia al Corso indetto dal CRAF. Segue i corsi di storia della fotografia di Italo Zannier, tecniche di ripresa con Gabriele Basilico, Paolo Gioli, Olivo Barbieri, il corso di stampa in bianco e nero con Roberto Salbitani dove affina le tecniche di stampa.
Nel 1997 conosce Charles – Henri Favrod con il quale nasce una fortissima amicizia.
Nel 1999 conosce Naomi e Walter Rosenblum, che sicuramente diventano i due punti di riferimento per Mittica e con Walter Rosenblum affina le tecniche di stampa, di ripresa e composizione fotografica, studio del soggetto e preparazione di un reportage.
Dopo alcuni viaggi in Cina, Vietnam e Cuba, nel 1997 parte per la Bosnia – Herzegovina e arriva a Sarajevo per iniziare il suo primo progetto di fotografia sociale: documentare le drammatiche situazioni di un dopoguerra nel cuore di un’Europa totalmente indifferente al dramma dei Balcani. Nel 1999 si reca in Kosovo per completare il suo primo lavoro che sfocia nel libro “Balcani, dalla Bosnia al Kosovo” con presentazione di Charles – Henri Favrod e introduzione di Predrag Matvejevic. Inoltre in questi anni pubblica numerosi articoli di reportage sociale sulla pagina “Società & Cultura” de il Gazzettino di Venezia.
 Nel 2002 e 2003 viaggia in India per realizzare un progetto sulle condizioni di vita della popolazione. Dal 2002 al 2004 si reca più volte in Bielorussia e Ucraina per realizzare un progetto sull’eredità lasciata da Chernobyl. Il libro intitolato “Chernobyl l’eredità nascosta” viene pubblicato in Spagna da Ellago Ediciones con la prefazione di Naomi Rosenblum e l’introduzione di Rosalie Bertell. La mostra “Chernobyl l’eredità nascosta”, tratta dal libro omonimo, è stata scelta dal Chernobyl National Musem di Kiev in Ucraina come mostra ufficiale per le celebrazioni del ventennale del disastro di Chernobyl.

Fulvio Merlak, Colori, 1984

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Fox Talbot, The Reading Establishment, 1846

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