Cesare Colombo
Cesare Colombo (Milano, 1935) 
Pubblica le sue prime immagini tra il 1956 e 57 per le riviste Fotografare e Ferrania. Da allora si occupa di una fotografia d'impostazione sociale lavorando tra l'altro con colleghi come Gianni Berengo Gardin e Toni Nicolini. Collaborerà con gli editori Fabbri, Motta, Longanesi. Nel 1984 avverrà il decisivo incontro con Gli Alinari. Ha di recente collaborato alla cura dell'importante mostra "Un paese unico, Italia 1900-2000", in esposizione a Roma fino alla fine di gennaio dopo l'importante tappa Newyorchese.

Gianluigi Colin

Gianluigi Colin (Pordenone, 1956)
Gianluigi Colin sta all'incrocio tra due sistemi solo apparentemente diversi, quello delle parole e quello delle immagini. Il suo lavoro è un viaggio nella rappresentazione, sulle icone del nostro tempo. E lo fa attraverso un percorso di citazioni, sulle fotografie di cronaca, sui personaggi più celebrati, sui grandi avvenimenti dell'attualità ma anche sull'universo delle immagini della memoria, quella vita privata e quella che diventa Storia. La sua, dunque, è una ricerca artistica dal forte impegno etico e civile. Ha esposto in numerose città in Italia e all'estero: sue personali a Milano, al Palazzo dell'Arengario (nel '98); alla Uma Gallery di New York (1999); al museo Crac di Valence (2000), al Museo Recoleta di Buenos Aires (2002), Museo del Subte di Montevideo (2002), al Centro de Exposiciones di Mendoza (2003), a Villa Manin di Passariano (2003), alla Fondazione Mudima a Milano. (2003) al Manege di San Pietroburgo (2003). Le sue opere sono raccolte in musei e collezioni in Italia e all'estero. Gianluigi Colin è art director e responsabile dell'immagine del Corriere della Sera. Ha insegnato per alcuni anni all'Istituto di Conservazione dei Beni culturali dell'Università di Parma con il corso "Teoria e tecniche dei nuovi media" e all'Università cattolica di Milano al master di specializzazione di Comunicazioni sociali. E' autore di alcuni libri: ha curato "Formato Corriere" (Art&, 1990), un volume dedicato al Corriere della Sera. Ha poi realizzato "Il disegno delle parole" (Rizzoli, 1994). "Imprimatur" (Motta editore, 1998). Ha infine pubblicato "Presint Storic" (Ed. Colonos, 1999), "La fabrique du present" (ed. Crac, 2000) e La fabbrica del presente (Charta, 2002), Vie di Memoria (Charta 2003). Vive e lavora tra Milano e Roma.

Walter Niedermayr (Bolzano, 1952)
Walter Niedermayr è tra i più rappresentativi fotografi contemporanei in ambito internazionale. Il progetto espositivo Civil Operations, nato da una collaborazione tra il Museion di Bolzano e la Kunsthalle di Vienna, è la più ampia rassegna personale dell’artista altoatesino. Dopo il successo di pubblico e di critica presso la Kunsthalle di Vienna, la mostra è stata presentata a Hannover, Lipsia e Stoccarda, per poi giungere infine a Bolzano, città in cui l’artista è nato nel 1952.
La mostra Civil Operations allestita negli spazi di Museion e della Libera Università di Bolzano ci mette a confronto con i luoghi e gli interventi della civiltà contemporanea nel tentativo di organizzare e controllare una società in movimento. La fotografia di Walter Niedermayr ci conduce attraverso gli spazi di società disciplinate come le carceri, i corridoi degli ospedali e le tangenziali delle grandi metropoli, intitolate semplicemente artefatti, e ancora i cantieri e gli interni astratti degli edifici in costruzione. Accanto a queste opere vengono esposti lavori recenti tratti dalla serie dei paesaggi alpini e dei monti pallidi che hanno reso noto l’artista in ambito internazionale all’inizio degli anni Novanta. Un piccolo dittico che raffigura una sala operatoria con i medici in azione rappresenta una sorta di icona dei più diversi interventi che caratterizzano la civiltà industrializzata. L’esplorazione dei microclimi della cultura contemporanea è lo scopo della ricerca artistica di Walter Niedermayr. In un mondo, la cui unica costante è la rapidità dei mutamenti, l’artista riconosce nella fotografia la possibilità di creare delle fratture, facendo emergere dalla scomposizione una visione approfondita del fenomeno. Dalla tensione tra visibile ed invisibile emergono percezioni fotografiche tra il marcato realismo del dettaglio e l’illimitatezza poetica.
MOSTRE CHE TI POTREBBERO INTERESSARE
Fulvio Merlak, Colori, 1984

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Fox Talbot, The Reading Establishment, 1846

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