Secondo uno studio della FAO, un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato, la maggior parte nei paesi industrializzati. Allo stesso tempo, 925 milioni di persone nel nostro pianeta sono minacciate dalla fame. Parte da qui il progetto del fotografo Klaus Pichler, One third, che mette a fuoco il legame esistente fra lo spreco di cibo a livello individuale e la produzione alimentare globale. Negli scatti il cibo in decomposizione viene presentato nella forma di elaborate nature morte e con un approccio assolutamente originale. Ad essere ritratti sono infatti rifiuti a tutti gli effetti, ma presentati come fossero un bene di lusso. Sono cibi comuni, presenti nel frigorifero e nella dispensa di ogni casa, ma i colori vivaci, il tipo di inquadrature, lo sfondo nero rendono questi alimenti un perfetto soggetto artistico. La prima reazione di fronte ai lavori di Pichler è di meraviglia: si ha infatti l’impressione di osservare qualcosa di bellissimo, luccicante e splendente come una pietra preziosa. Solo ad un secondo sguardo si comprende cos’è realmente riprodotto nella fotografia. Accanto a ogni scatto sono riportati alcuni dati importantissimi: il prezzo di quel cibo, dove e come è stato coltivato, quanto ha viaggiato e quale impatto ha avuto sul pianeta. One Third va oltre la data di scadenza per documentare la dimensione che sta assumendo lo spreco alimentare a livello globale. “L'idea alla base di questo progetto è stata quella di realizzare foto di prodotti alimentari in varie fasi di putrefazione per stigmatizzare il problema dello spreco alimentare, che è fortemente legato all’industria culturale e ai nostri stili di vita, soprattutto nei paesi industrializzati – spiega Klaus Pichler -. Nelle fotografie, questo viene messo in evidenza attraverso l’abbinamento di alimenti e accessori legati al cibo, come piatti e posate, che fanno parte della cultura e della storia europea. Una cultura intrinsecamente legata allo sfruttamento delle colonie europee e, di conseguenza, all'importazione di prodotti alimentari a buon mercato che provengono da altri continenti. Considerati questi aspetti storici, l’analisi artistica del problema dello spreco alimentare nelle nazioni industrializzate del 21mo secolo non può che prendere in considerazione le disuguaglianze geopolitiche sviluppatesi nel tempo”. Il progetto One third è dedicato ai lavoratori dell’industria alimentare globale. Klaus Pichler, nato nel 1977, lavora e vive a Vienna. Ha studiato pianificazione del paesaggio e architettura del paesaggio all'Università di Scienze della Vita nella capitale austriaca e si è laureato nel 2005. Da allora lavora come fotografo freelance, tra progetti artistici e commissioni. Klaus Pichler si concentra su argomenti che riguardano la cultura e questioni ambientali, come lo spreco alimentare, l'ingegneria genetica, le piante, la scienza, i media, gruppi sociali e loro interazioni. I suoi progetti sono stati esposti e pubblicati in tutto il mondo. Ha ricevuto l’Outstanding artist award dal Ministero Austriaco della Cultura nel 2019 e il Premio Cortona on the Move nel 2016. I suoi libri includono One third (2012, Anzenberger Edition), Golden days before they end (2016, edizione Patrick Frey) e The Petunia Carnage (2022). A PROPOSITO DI SPRECO ALIMENTARE: LABORATORI DIDATTICI AL CRAF Strettamente connessi al tema della mostra One third di Klaus Pichler sono i laboratori didattici per scuole primarie e secondarie di primo grado organizzati dal CRAF con l’Associazione 0432 e Giulia Iacolutti. I laboratori offrono agli studenti e alle studentesse l’occasione per riflettere sull’inestimabile valore culturale del cibo, sulla conoscenza delle tipicità regionali e sull’evoluzione dei consumi/ mode gastronomiche delle famiglie dagli anni ’40 del ‘900 ai giorni nostri, attraverso l’analisi di fotografie tratte dal prezioso archivio CRAF
(Per info e prenotazioni contattare gli uffici del CRAF al numero 0427 91453 o scrivere a segreteria@craf-fvg.it).