Nino Migliori
Nino Migliori  (Bologna,1926)
Gli inizi della fotografia di Migliori sono segnati da diverse linee che convivono parallelamente.
Da un lato la tradizione del fotogiornalismo "impegnato" dall'altro la cultura d'immagine dell'informale con tangenze precise con il Bauhaus e, soprattutto, Dada. Nel corso del tempo si verrà precisando il significato tutto metalinguistico di tali operazioni: non dipinti e quadri informali, in cui ci si serve di sviluppo e fissaggio invece che di colore, bensì fotografie in senso pieno che mostrano le basi materiali del loro farsi. Su queste linee Migliori .prosegue le ricerche.
sino alla fine degli anni Sessanta . Da allora il suo lavoro assume valenze concettuali ed é questa la direzione che negli anni successivi tende a prevalere unita ad un impegno sempre crescente come organizzatore e animatore culturale, si potrebbe dire fino alla dissoluzione della propria immagine ( ormai riconoscibile come punto di riferimento della cultura fotografica contemporanea.
Nel 1982 da vita ad Abrecal - Gruppo di ricerca percezione globale -.) La sua è una ricerca talmente interna ad un'idea di estetica totale da arrivare alla negazione dell'estetica stessa, della figura dell'artista come demiurgo.
Sue opere sono conservate alla Galleria d'Arte Moderna - Bologna; CSAC - Parma; Museo di Praga; Galleria d'Arte Moderna - Roma; Bibliothèque National - Parigi; Musée Reattu - Arles; Museum of Modern Art - New York; Museum of Fine Arts - Houston; Museum of Fine Arts - Boston; Polaroid International Museum - U.S.A. ed altri.


Sergio Scabar (Ronchi dei Legionari, 1946)
Nasce nel 1946 a Ronchi dei Legionari. Comincia ad interessarsi alla fotografia nel 1964. Dal 1966 al 1974 partecipa saltuariamente a concorsi nazionali ed internazionali utilizzando la fotografia soprattutto con finalità di racconto e reportage. Successivamente il suo lavoro prende una svolta sostanziale.
Dal 1996 in poi, il metodo di lavoro artigianale emerge maggiormente rispetto alle opere precedenti: c'è il contatto diretto con i materiali, il riappropriarsi dei metodi, della meticolosità e dei tempi del lavoro artigianale, con l'uso dei rapporti chimici e sensoriali uniti nella ricerca dell'essenza della creatività.

Maria Antonella Pelizzari
Antonella Pelizzari nasce a Genova. Dopo la laurea in lettere conseguita presso la città ligure, si specializza in storia dell’arte e della fotografia presso l’University of New Mexico dove consegue il Dottorato di Ricerca.
Vive e lavora in Canada: è curatrice della fotografia presso il Canadian Centre for Architecture di Montréal, dove ha appena finito di curare la mostra Tracce dell’India accompagnata da una pubblicazione di 400 pagine e insegna presso il Dipartimento di Storia dell’Arte dell’Università di Montréal.
Collabora con numerose riviste di fotografie sia italiane che straniere.
Fulvio Merlak, Colori, 1984

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Fox Talbot, The Reading Establishment, 1846

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