Nel quarantesimo anniversario della morte, il CRAF ripropone al Si Fest di Savignano sul Rubicone la mostra sui luoghi e le piccole città friulane di Pasolini, in un percorso simbolico, parallelo alla linea ferroviaria da Casarsa a Gemona, reinterpretati da Ferdinando Scianna, Piergiorgio Branzi, Enrico Bossan, Gianni Berengo Gardin, Guido Guidi, Olivo Barbieri, Paolo Gioli, Franco Fontana, Gabriele Basilico, Gianantonio Battistella, Antonio Biasiucci, Gianni e Giuliano Borghesan.
“…Mi sentivo allora crudelmente offeso che Bologna non fosse segnata col bel quadrato irregolare di Roma, Milano o Genova (così mi vendicavo disegnando per mio uso delle carte geografiche in cui Bologna compariva con somma dignità); del resto ero molto compensato dal fatto che Casarsa fosse segnata, anche se con un anello minuto, nel centro del Friuli e che da essa si dipartissero, fili di una rossa ragnatela, i simboli delle linee ferroviarie.

Tutto questo costituisce uno dei luoghi della mia infanzia senza ignoto, senza tempo pertduto: sono nitidissime nel panorama del mio passato, la loro gioia non resta affatto incomunicabile, anzi mi si rinnova nella memoria con tutta la sua purezza.

Il meccanismo della gioia era questo: riconoscere in simbolo una realtà concreta della mia presenza.
L’anellino di Casarsa con le quattro ciglia rosse della ferrovia non era forse una traduzione di quella Casarsa enorme e umida dove io, fanciullo, esistevo?

Traduzione: quindi gioco, divertimento, miracolo.

Valicata la pubertà, entrando nella prima strana giovinezza, la passione geografica si mutò in una specie di passione per il paesaggio; di qui nacquero le mie corse in bicicletta e le mie scoperte, le mie casuali rotte e i miei “Terra, terra!”…

(da: Pier Paolo Pasolini da “Un paese di temporali e primule”, Guanda 2001)
Ad ulteriore arricchimento della mostra (che è stata presentata dal CRAF a New York, Halle, Buenos Aires e Osaka) fotografie di scena di diversi film di Pasolini.