La mostra, promossa dall’Istituto Italiano di Cultura e dall’Ambasciata d’Italia a Praga in collaborazione con il CRAF di Spilimbergo e la Fondazione Archivio 3M di Milano, racconta l’evoluzione del paesaggio italiano dagli anni ’50 ad oggi. La selezione antologica, curata da Walter Liva e Roberto Mutti, contempla opere dei nomi più illustri della fotografia italiana (tra cui Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Luigi Ghirri, Nino Migliori, Guido Guidi, Massimo Siragusa) e sapientemente illustra l’evoluzione dell’Italia tra il Ventesimo e Ventunesimo secolo, le sue metamorfosi, l’interazione tra uomo e natura, tra paesaggio naturale e urbano.
Le fotografie documentano inoltre un Principio fondamentale sancito dalla Costituzione italiana: “La Repubblica […] tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” (art. 9).
Paesaggio è il giustapporsi di beni culturali (antichi monumenti, chiese, monasteri, castelli, centri storici e aree agricole o antropizzate) e bellezze naturali (vedute di montagne, mari, foreste, fiumi). E ancora, è al contempo l’insieme delle tradizioni ed usanze di un popolo, dei suoi borghi e delle sue città. Vi è in questa considerazione la coscienza profonda che il territorio e dunque il paesaggio della Penisola siano complessi e stratificati in ragione delle straordinarie vicende del Paese stesso. Le opere in mostra vanno “guardate” come facciamo abitualmente con i dipinti dei grandi vedutisti dei secoli scorsi; vanno cioè viste e gustate con la consapevolezza che il paesaggio, il “quadro naturale” secondo una bella definizione di Benedetto Croce, è un valore primario e assoluto. Per capirlo non basta la sola vista ma è necessario fare ricorso all’universo delle sfere sensoriali e delle capacità immaginifiche di cui disponiamo.
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