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Elio Luxardo e la Potenza del corpo umano
Elio Luxardo e la Potenza del Corpo Umano
Spilimbergo, Corte Europa
24 luglio – 3 ottobre
ingresso libero
mercoledì-giovedì-venerdì: 16.00-20.00 sabato-domenica 10.30-12.30 / 16.00-20.00

Considerato il fotografo delle dive, Elio Luxardo (1908 – 1969), nella sua carriera si dilettò a costruire immagini “perfette”: niente paesaggi, situazioni, denunce, solo corpi e volti, famosi o sconosciuti, dove ciò che più contava era l'armonia, nella piena celebrazione dell’ estetica. Cultore del cinema ed atleta, rivolse la sua attenzione al corpo umano e al dettaglio, alla composizione dell'immagine e alla definizione della luce. Attivo già dal 1932, si trasferì a Roma e nel corso degli anni, nel suo atelier, passarono sia dive affermate che giovani attrici, affascinate dal suo modo utilizzare sapientemente le luci. Nel 1944 Luxardo lavorò a Milano come ritrattista, influenzato dai fotografi di Hollywood. Primogenito di quattro fratelli aveva vissuto, in gioventù, una vita nomade e avventurosa. Il padre Alfredo, fotografo pisano emigrato in Brasile in cerca di fortuna, si era specializzato nella riproduzione e nel ritocco delle immagini dei defunti da collocare sulle steli funerarie. Elio, grande appassionato di sport, aveva cominciato da adolescente a farsi notare in campo agonistico, nei diecimila metri e nella maratona, conseguendo ottimi risultati e soprattutto avviandosi verso una brillante carriera di operatore cinefotografico e documentarista sportivo. Nel 1930, dopo il congedo militare la famiglia decise di rimpatriare stabilendosi a Roma, dove Alfredo aprì un laboratorio fotografico a poca distanza dallo studio del famoso fotografo di Casa Reale, Sem Bosch, ed Elio si iscrisse al Centro sperimentale di cinematografia facendosi notare per il suo talento. Già nel dicembre 1932 fu segnalato infatti, fra trecento partecipanti italiani e stranieri., alla Prima Biennale Internazionale di Arte Fotografica. Aprì un suo atelier: primi clienti furono le coppie delle sale da ballo e giovani sposi che, con l’acquisto di una camera matrimoniale alla Rinascente, ricevevano in omaggio una foto nello studio Luxardo. Frequentatore dell’ambiente borghese e aristocratico della capitale, amico di molti giovani aspiranti attori e registi destinati a diventare di lì a poco protagonisti del cinema italiano, iniziò a collaborare con servizi di moda e di cinema per le riviste più prestigiose. Sfilarono davanti al suo obiettivo gli accademici d’Italia, Filippo Tommaso Marinetti e Luigi Pirandello, fresco di Nobel, le grandi dive del momento e l’ allora campione del mondo di boxe Primo Carnera. Nelle sue fotografie riuscì a conferire ai suoi soggetti un’aura esclusiva, unica: il segreto stava nell’uso sapiente e sofisticato della tecnica fotografica in studio, con uno sfondo scuro e decisi tagli di luce, che scolpivano i volti e conferivano alle sue immagini uno stile inimitabile. Nei primi anni della sua attività Elio Luxardo utilizzò ancora una macchina fotografica a cassetta in legno, di produzione artigianale, con lastre di vetro a châssis 18x24 (solo nel dopoguerra la sostituì con una Rolleiflex da cavalletto con pellicola a châssis dello stesso formato). Le fotografie venivano stampate con la tecnica ai sali d’argento, su tipi diversi di carta o cartoncino matt, semi-matt e mille punti, mentre la carta lucida veniva usata quasi esclusivamente per le fotografie destinate alla riproduzione tipografica, su riviste e giornali patinati. I ritocchi, le velature, i contrasti venivano realizzati a mina direttamente sul negativo, dove prima era steso un velo di trementina e gomma lacca. Ma era nella preparazione del soggetto, nella sua ambientazione luministica, che Luxardo poneva le basi per la realizzazione dei suoi capolavori, trasformando lo sfumato pittorico e celebrativo del ritratto fotografico tradizionale in un rilievo scultoreo a tutto tondo. Uno spot proiettato alle spalle lasciava il soggetto in controluce e lo faceva emergere in primo piano; altre lampade lo illuminavano di fronte, creando un effetto plastico e seducente, misterioso e iconico, tipico del cinema internazionale di quegli anni. A fianco delle più mature dive del cinema muto, apparirono, giovanissimi, i lineamenti di Valentina Cortese, di Clara Calamai, di Alida Valli e di altre adolescenti, dai nomi più o meno noti, ognuna trasfigurata in un alone idealizzante. Negli anni ’30 nacquero i nudi, ricerca assolutamente privata, che sperimentò con passione. A differenza del ritratto, dove con il massimo dell’artificio (il trucco, l’illuminazione, il ritocco in fase di stampa) idealizzava la figura fino a trasformala in icona, attraverso il nudo, vedeva nel corpo umano lo strumento migliore per cogliere l’azione scultorea della luce. Corpi lucidi come macchine da guerra ripresi in pose plastiche, esaltati da luci e chiaroscuri. Muscolature enfatizzate dall'occhio fotografico che fissa particolari anatomici a svelarne l'intrinseca bellezza e decretarne l'immortalità: questa serie viene ampiamente presentata nell’esposizione, accanto ai ritratti degli Accademici d’Italia (Luigi Pirandello, Pietro Mascagni, Guglielmo Marconi…) e a dive quali Clara Calamai, Luisa Ferida, Clara Petacci. Mariella Lotti. Luxardo fu grande amico di Rinaldo Geleng, allora diciassettenne, con una carriera di pittore tutta da costruire, e di Federico Fellini. Quando, il 4 giugno 1944 le truppe angloamericane entrarono a Roma, si trasferì a Milano e si arruolò con il grado di tenente nella Xa MAS, in servizio presso la Sezione Fotocinematografica, mentre lo studio di Roma, rimasto nelle mani della famiglia, grazie alla fama raggiunta realizzò cospicui guadagni con le truppe americane. Con i profitti di Roma, Luxardo aprì un nuovo studio a Milano. Apparvero nelle sue foto, in uno stile più soft e sfumato, i volti nuovi di Gina Lollobrigida, Eleonora Rossi Drago, Vittorio Gassman, Giorgio Albertazzi, Claudia Cardinale. La prima rivista italiana dedicata alla fotografia, Ferrania, nel 1953 lo incaricò di realizzare un espositore pubblicitario capace di accattivare l’attenzione del pubblico verso i prodotti fotografici dell’azienda: nasceva così la donnina Ferrania, sexy e ammiccante, sul modello delle pin-up americane. La mostra dedicata a Luxardo, il cui archivio è conservato alla 3M Italia, che si è resa disponibile al prestito delle opere, vedrà per l’occasione pubblicato un catalogo a cura di Fabio Amodeo.
Elio Luxardo e la Potenza del corpo umano
Fulvio Merlak, Colori, 1984

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Fox Talbot, The Reading Establishment, 1846

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