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La Grande Guerra
Dall'archivio storico iconografico dello stato maggiore dell'esercito
La Grande Guerra<br />Dall'archivio storico iconografico dello stato maggiore dell'esercito
L’archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito, già alla fine dell’Ottocento, custodiva, insieme alle carte, un discreto patrimonio fotografico, costituito dalle numerose fotografie che Enti o singoli Ufficiali allegavano come documentazione dimostrativa connessa a studi tecnici, a relazioni di viaggi compiuti all’estero, a ricognizioni di tratti di frontiera, a corrispondenze di guerra e a memorie sull’addestramento o sulla condotta di manovre.
Nel 1896 la fotografia, che aveva suscitato l’interesse dei militari fin dalla sua scoperta – 6 gennaio 1839 con l’annuncio di Arago sulla scoperta di Louis Jacques Mandé Daguerre - aveva ormai acquistato tale importanza nell’ambito dell’Esercito da suggerire l’istituzione di una Sezione Fotografica presso la Brigata Specialisti del 3° Reggimento Genio. Nei decenni successivi, i fotografi militari avrebbero alimentato, con il loro operato, i fondi di archivio; contemporaneamente, il patrimonio fotografico si arricchiva attraverso donazioni di militari appassionati di fotografia o acquisizioni sul mercato, come gli album della 1a Campagna d’Africa firmati da Luigi Fiorillo e le gigantografie degli stessi eventi realizzate da Mauro Ledru e Giuseppe Nicotra.
L’utilizzazione dell’immagine, fino alla guerra italo-turca del 1911-12, fu rivolta quasi esclusivamente ad obiettivi di interesse operativo: eseguire l’osservazione e la ricognizione delle frontiere e dei potenziali campi di battaglia – non a caso la citata Sezione Fotografica nacque nell’ambito del reparto aerostieri del genio, poiché dagli aerostati era possibile una maggiore visibilità a giro d’orizzonte – fu il compito precipuo dei fotografi in uniforme.
Con le guerre, i fini si moltiplicarono e la fotografia fu utilizzata come documento sia per una fruibilità immediata, legata all’attualità e alla cronaca, sia per un’eventuale successiva utilizzazione prettamente storica.
Negli anni successivi alla 2a G.M. questo patrimonio storico fotografico rimase in archivio, utilizzato per i soli scopi militari, fino alla fine degli anni Settanta. In quegli anni, su iniziativa del Ten.Col. Cleto Gasdia, si avviò il processo di organizzazione di una vera e propria fototeca, in concomitanza con lo scioglimento della Sezione Cinefoto dell’Ufficio Addestramento, che aveva apportato all’Ufficio Storico decine di migliaia di lastre e di stampe. Ci fu, contemporaneamente, anche l’acquisizione del fondo Giraud, con migliaia di foto ottocentesche formato “carta da visita” e “gabinetto”.
Negli anni Settanta e Ottanta il patrimonio ha avuto ulteriori incrementi attraverso donazioni, acquisti e acquisizioni periodiche; oggi esso è alimentato costantemente attraverso le memorie storiche, un documento che tutti i Corpi dell’Esercito compilano ogni anno e che è arricchito da immagini delle principali attività e degli avvenimenti di rilievo della vita dei reparti.
La consistenza del patrimonio fotografico non è mai stata quantificata numericamente con esattezza; una stima approssimativa ma realistica registra ad oltre mezzo milione le immagini custodite, comprese quelle riportate sulle cartoline militari.
Esso è articolato in fondi, ripartiti per epoca, guerre, avvenimenti, materie di interesse militare (armi, uniformi, ecc.) e fondi particolari, questi ultimi in genere derivanti da donazioni personali, spesso di scarso interesse storico-documentale e tecnico, ma d’importanza per una storia fotografica del privato e del sociale.
Le immagini più antiche sono ritratti di Ufficiali e foto di gruppi del citato fondo Giraud,  con alcune foto risalenti agli anni 1848-49. Il blocco più consistente del fondo copre il ventennio Ottocentosettanta-ottanta e gli autori coevi sono i più rinomati (Alinari, Bertieri, Brogi, Cometto, D’Alessandri, Deroghe, Duroni, Grillet, Kaiser, Le Lieure, Lovazzano, Montaboni, Naretti, Nicotra, Nunes Vais, Orlandini, Parodi, Pontremoli, Rossi, Schemboche, Sommer, Sorgato, Suscipj, Tuminello, Vanetti, Vinelli, Weintrauβ, Zucchi e molti altri). Altri fondi ottocenteschi sono quelli riferiti alle guerre risorgimentali.
A partire dal Novecento, i fondi più importanti sono costituiti da quelli relativi a guerre e campagne, dovuti maggiormente all’operato dei fotografi militari e, per la 2a G.M., anche agli operatori dell’Istituto LUCE.
Sono decine di migliaia di fotografie della guerra italo-turca, della 1a G.M., della guerra in Etiopia, della campagna di Spagna, dell’occupazione dell’Albania e di tutti i fronti della 2a G.M.; non mancano raccolte di limitata consistenza di eventi antecedenti al Novecento o successivi al 1945, come quelli relativi alla spedizione di Candia del 1899, o del Corpo di spedizione in Estremo Oriente, o dell’Amministrazione Fiduciaria della Somalia degli anni Cinquanta o di quelli dell’intervento in Libano. L’elenco degli eventi e delle materie enunciate dà idea della ricchezza e della completezza della documentazione e non si pensi che i soggetti archiviati siano attinenti solo alla militarità, poiché in essi è possibile ritrovare il sociale, il politico, il tecnico ovvero la storia attraverso le immagini.
Molte di esse, comprese quelle delle circa 8.000 cartoline militari, sulla propaganda, sui prestiti di guerra, reggimentali, vengono pubblicate nei volumi editi dall’Ufficio e sono quindi accessibili al pubblico.
L’Ufficio, inoltre, organizza e/o partecipa a varie mostre tematiche ad argomento storico nelle quali sono visibili al pubblico documenti, immagini e cimeli d’epoca.
Da un paio di anni a questa parte si è avviato un programma di informatizzazione delle immagini che consente di rendere accessibile al pubblico, tramite supporto informatico, la ricerca e l’immediata visione delle immagini di interesse. E’ possibile visionare al momento circa diecimila immagini, in ottemperanza alla legge 7 marzo 2001 n. 78 “Tutela del patrimonio storico della prima guerra mondiale”, sulla Grande Guerra ed altre di fondi ottocenteschi .
Si sta effettuando un censimento presso i musei militari, le biblioteche militari ed altri Enti vari della F.A. che prevede la successiva acquisizione delle immagini a soggetto specifico. Si prevede, altresì, di completare le didascalie disponibili incrementandole con altri elementi informativi sui dettagli, ovvero di definire le didascalie mancanti tramite un gruppo di esperti.
L’Ufficio Storico, in analogia a quanto fatto in collaborazione con l’Università di Firenze per l’acquisizione elettronica dei libri antichi, cinquecentine e seicentine,  ed il relativo inserimento in INTERNET, si è fissato, a medio-lunga scadenza, questo obiettivo che consentirà al grande pubblico di accedere al patrimonio iconografico.
Il capo ufficio storico
Col. f. (alp.) s. SM Massimo Multari
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Fulvio Merlak, Colori, 1984

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Fox Talbot, The Reading Establishment, 1846

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