archivio mostre
FAMU : Movement and re-presentation
Lestans, Villa Ciani
12 luglio - 30 agosto
a cura di Robert Silverio e Vaclav Sedy
Due parole chiave. Due parole chiave per esprimere l’essenza della fotografia: movimento e ri / presentazione. Movimento nella fotografia esiste in due sensi: può essere visto come una frazione di secondo, inferiore alla risoluzione dell’occhio umano, però significa anche il ciclo di ritorno eterno in cui punto finale è la presenza e punto iniziale - che si muove sempre recedendo - è il momento in cui la fotografia è stata fatta.
Anche la rappresentazione ha due significati: In primo luogo ri / presentazione - e sempre nuova presentazione della realtà fotografata. In secondo luogo, la re/presentazione ci fa vedere non realtà diretta ma è anche la realtà dell’autore - in un certo senso, quindi, ripresenta l'autore da solo. Queste due re / presentazioni sono nemiche e lottano duramente tra di loro per l’interpretazione dello spettatore.



La FAMU, Facoltà di cinema e televisione, viene fondata a Praga nei primi anni del dopoguerra. La nuova istituzione acquisisce subito una rilevanza fondamentale fra le altre accademie di arti visive, di arti applicate, di musica e teatro.
La fotografia, anche se inizialmente non è una delle materie principali di insegnamento, diventa ben presto uno strumento didattico indispensabile per comprendere l'immagine cinematografica. Nel primo decennio dell'esistenza della FAMU attraverso i lavori degli studenti si definisce la concezione che la fotografia non è un semplice mezzo didattico per la realizzazione cinematografica, ma esprime un'arte autonoma e distinta.
Negli anni Sessanta e all'inizio degli anni Settanta avviene un graduale distacco dei due tipi di indirizzo e, grazie al professore Ján Šmok, nasce presso la FAMU il primo e indipendente dipartimento di fotografia.
Il metodo di insegnamento, definito in quegli anni, cerca di affrontare tutte le tematiche dei campi della fotografia professionale. Le materie di studio vanno dallo still life al reportage, dal ritratto di nudo fino alla fotografia del paesaggio e dell'architettura. Molte sono le lezioni teoriche ¬ - tra cui storia della fotografia, dell'arte e del design ¬¬- che, accanto alle esercitazioni, portano gli studenti a concepire la pubblicazione fotografica e a produrre annualmente “libri”, lavori fotografici individuali e indipendenti, impaginati dagli stessi allievi.
In anni recenti l'organizzazione degli insegnamenti è mutata e, nell'ambito di un programma prestabilito, gli studenti possono scegliere il docente secondo gli interessi personali.
La generazione dei diplomati negli anni Sessanta ha significativamente contribuito ad arricchire la scena fotografica del Paese, ancora più vivace negli anni Settanta per l'arrivo a Praga di studenti slovacchi che esprimevano una concezione interessante e sopratutto diversa da quella della fotografia di tradizione ceca.
La fotografia nelle regioni di lingua ceca sin dall'inizio è stata presa in grande considerazione dalle avanguardie artistiche e considerata allo stesso piano delle altre arti visive, insieme con l'architettura e la poesia.
Durante gli anni Cinquanta e quelli immediatamente successivi l'immagine fotografica diviene uno dei simboli dell’indipendenza creativa individuale nonostante il mutilamento della cultura da parte della politica totalitaria. Ciò si è potuto realizzare anche grazie alle necessità strumentali relativamente ridotte rispetto al cinema. In questi anni la fotografia diventa un mezzo di riflessione spesso introversa, indubbiamente estetica e filosofica, e nei lavori di alcuni fotografi una testimonianza critica della società.
Negli ultimi due decenni la fotografia è ancora di più parte integrante della cultura generale, si moltiplicano i musei con le loro collezioni di fotografia, le gallerie fotografiche e le scuole superiori e università, dove viene dato sempre più peso alle arti visive.
Attualmente la figura del fotografo professionista non viene più richiesta come in passato, poiché molte riprese fotografiche sono eseguite da altri operatori: le competenze di giornalista, grafico, o fotografo si sovrappongono fra di loro. Gli studenti laureati trovano allora un impiego diverso da quello di fotografo professionista, in genere nelle redazioni, dove è ricercata la preparazione e sopratutto la conoscenza della cultura visiva.
In occasione della mostra il dipartimento di fotografia della FAMU espone i lavori individuali degli studenti di tutti i corsi dei singoli docenti. I temi fotografici sono gli stessi delle generazioni precedenti, sopratutto la figura umana, lo spazio e la sua interpretazione, ma vengono affrontati indubbiamente con un altro atteggiamento generazionale, sebbene non sempre con altre tecniche fotografiche. Resta il filo conduttore della fotografia ceca, che attraversa tutte le generazioni di fotografi: l'attenzione all'aspetto estetico del linguaggio della fotografia teso a raffigurare le aspirazioni etiche dell'individuo. Alcune immagini degli studenti sono una riflessione sulla condizione individuale, ma altre sono una registrazione del fluttuare della forma estetica e della sua concezione che le avvicina ai lavori degli artisti concettuali.
Dal 1985 questa è la terza mostra in Italia sulla fotografia degli studenti della FAMU, la scuola che ha formato centinaia di fotografi nella Repubblica Ceca e in Slovacchia e che ha avuto un forte impatto sulla fotografia in altri Paesi: Finlandia, Polonia, i Paesi slavi dell'Adriatico e dell'area balcanica. Il dipartimento della fotografia della FAMU è uno dei più antichi in Europa e rimane tuttora un punto di riferimento culturale ed estetico per la cultura nazionale ceca e per quella di altri Paesi.

Lukas Brlik-Martin Netocny
Lukas Brlik-Martin Netocny
Fulvio Merlak, Colori, 1984

catalogo

biblioteca

Fox Talbot, The Reading Establishment, 1846

catalogo

fototeca