archivio mostre
Pordenone, Il Futurismo nella Fotografia
Il Futurismo nella Fotografia
Sala espositiva della provincia, Pordenone
5 dicembre – 7 febbraio 2010
 
Museo di Storia della Fotografia F.lli Alinari, Firenze
17 settembre – 15 novembre
a cura di Giovanni Lista

Il movimento futurista venne fondato da Filippo Tommaso Marinetti ed intendeva avere caratteristiche universali che abbracciassero più campi, non solo quelli della pittura e della letteratura. Il Futurismo partì dalle premesse del Cubismo ed ebbe l'ambizione di presentarsi come un movimento rivoluzionario, avendo dell'universo una concezione meccanica ispirata al materialismo Il 20 febbraio 1909, su Le Figaro, Filippo Tommaso Martinetti pubblicò il Manifeste du Futurisme, rilanciato in Italia con il Manifesto dei pittori futuristi nel febbraio 1910 e, nel successivo mese di aprile, quando uscì il Manifesto Tecnico della pittura futurista firmato da Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini, Luigi Russolo. Per i futuristi, occorreva abolire nell’immagine la prospettiva tradizionale a favore di un moltiplicarsi di punti di vista che fossero in grado di esprimere l’interazione dinamica con lo spazio circostante: …”la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità…Così annunciava il primo Manifesto. E’ il decreto di morte d’ogni passata mitologia, in favore della mitologia nuova; la macchina, idolo lucente, rombante, utilitario…Lo stile deve diventare rapido, scattante, turbinante come la vita moderna nel suo incessante esplodere e pulsare; quindi… il dinamismo plastico…”. In quegli stessi anni Anton Giulio Bragaglia realizzò le sue prime “fotodinamiche” che diedero il via al rapporto, inizialmente controverso, tra futurismo e fotografia. Una seconda del futurismo in fotografia fase ebbe luogo negli anni ’20 introducendo anche il “foto collage” al pari di quanto accadeva in particolare in Germania (Pannaggi, Prampolini, Paladini), mentre la terza fase venne avviata dal Manifesto della Fotografia Futurista di Marinetti e Tato del 1930. La mostra verte sulle diverse relazioni che i futuristi hanno mantenuto con la fotografia: la ritrattistica, il fotomontaggio, il fotocollaggio, la manipolazione iconografica, la ricerca iconica, la foto-performance, ma anche la fotografia come propaganda, strumento sociologico e ideologico, infine come memoria o possibilità di scandire e fissare l’ufficialità e la vita interna del movimento futurista, le sue occasioni sociali o i riti che cimentavano la complicità del gruppo. Al di là del futurismo costituitosi intorno alla figura di Marinetti, la mostra tratterà anche delle immagini di una “cultura futurista” che ha preso forma in modo libero e indipendente nei termini di uno sperimentalismo o di uno spirito avanguardista che investiva coscientemente la fotografia in quanto medium per eccellenza di una modernità legittimata tanto nel gesto quotidiano quanto nell’atto creativo. Le fotografie proverranno da collezioni private e da istituzioni pubbliche come l’Alinari, il Museo del Cinema e della Fotografia di Torino, il MART di Trento e Rovereto e sarà indubbiamente la più completa rassegna fotografica mai presentata in Italia sul futurismo.
 
Pordenone, Il Futurismo nella Fotografia
Fulvio Merlak, Colori, 1984

catalogo

biblioteca

Fox Talbot, The Reading Establishment, 1846

catalogo

fototeca