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Catia Drigo - Uno Sguardo Di Rimando
Catia Drigo - Uno Sguardo Di Rimando
Catia Drigo s'impegna nella fotografia dal 1994 sollecitata dalla lettura di Susan Sontag. Autodidatta, avvia la sua ricerca su frammenti di realtà del suo territorio: il Friuli. Dalla fine del 1994 si interessa al paesaggio come spazio in cui coesiste il naturale e l’artificiale. Produce vari progetti fotografici anche diacronici come “Prove di Paesaggio in Friuli” nel 1994/1995 e “Perimetri Umani” nel 1994/1996.
La serie fotografica catalogata, intitolata “Uno Sguardo Di Rimando”, si riferisce al viaggio in Belgio intrapreso dalla Drigo in compagnia dell’amico fotografo Gianni Bortolussi nell’ottobre del 1996.
L’itinerario prevedeva una visita nella provincia vallona dell’Hainaut e alle cittadine di Binche, Boussu, Charleroi e St. Ghislain. I due effettuarono inoltre una tappa nelle zone minerarie di Blegny-Mine (Blegny) e Bois du Cazier (Marcinelle).
Intenzione dell’autrice era di soffermarsi con attenzione sulla zona del Borinage (zona carbonifera del Belgio) in cui aveva vissuto il pittore Vincent Van Gogh, dal luglio 1878 all’aprile1881, di cui visiterà la casa a Mons. Come si può leggere anche negli appunti di viaggio della Drigo, Van Gogh lavorò per un periodo come predicatore laico nelle miniere di carbone a Wasmes, nel Borinage venendo a contatto con le drammatiche condizioni in cui si trovano i minatori .Il pittore era animato da ideali di umanitarismo cristiano e aveva scelto di condividere pienamente la vita dei minatori, vivendo in una baracca, dormendo per terra e digiunando, e addirittura scendendo a predicare in miniera. Durante quegli anni fece numerosi disegni dei lavoratori e, pur a distanza di anni, il ricordo della vita nel Borinage rimase ancora assai vivido.
Gli appunti qui pubblicati evidenziano come l'interesse per l’opera e la vita del pittore abbia stimolato la fotografa a organizzare questo viaggio in Belgio, alla scoperta dei luoghi che avevano ispirato l’artista nei suoi disegni.
Interessata alla geografia umana, ai rapporti e ai condizionamenti che intercorrono tra l’uomo e l’ambiente, l'autrice scriveva nel 1999: “bisogna dunque partire da quella unità rappresentata da ogni singolo, o gruppo, e il suo spazio perché ancora di nuovo fondamentale, non intaccata dal rimpicciolimento del mondo che l’uomo ha attuato vincendo la distanza e, in parte, la natura, attraverso la scienza e la tecnica” (Drigo C., Unit #1, Ed. Grafitalia, Casalgrande (RE), 1999). 

(Silvia Tortora)

La famiglia di Catia Drigo nel 2006 ha ceduto in comodato d’uso al CRAF la raccolta di negativi della fotografa. Si tratta di162 fogli di negativi raccolti in 3 album contenenti 3871 scatti: molte immagini di paesaggio, da Torviscosa a Lignano, fotografie realizzate nei workshop a cui ha partecipato, progetti come il Tagliamento di Ippolito Nievo o Unit #1.
In particolare, 392 fotografie in bianco e nero – oggetto di un lavoro di inventariazione, digitalizzazione e catalogazione in SIRSFOST – si riferiscono al viaggio in Belgio del 1996. Una parte di queste sono  state realizzate nella zona geografica del Borinage e le altre nei siti minerari di Blegny e Marcinelle.
Il lavoro di analisi del fondo per la parte riguardante il viaggio in Belgio è stato realizzato in fase di tirocinio (Università di VE) da Silvia Tortora.
Catia Drigo - Uno Sguardo Di Rimando
Catia Drigo - Uno Sguardo Di Rimando
Catia Drigo - Uno Sguardo Di Rimando
Fulvio Merlak, Colori, 1984

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Fox Talbot, The Reading Establishment, 1846

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