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Asia: un itinerario sulla via della seta
Asia: un itinerario sulla via della seta
L’Assessorato ai Beni ed alle Attività Culturali del Comune di San Vito al Tagliamento in collaborazione con il C.R.A.F. e con la partecipazione della Galleria Civica di Modena propone una mostra fotografica da realizzarsi dal 1 luglio al 26 agosto negli ambienti del complesso dei Battuti di via Bellunello in San Vito al Tagliamento.
La tematica della iniziativa è rivolta all’Asia, e a questa saranno dedicate le fotografie, creazioni di fotografi di chiara fama internazionale dell’800 e del ‘900.
Le opere che saranno esposte provengono da enti di indubbio prestigio quali lo stesso CRAF, l’Archivio Storico  della Diocesi di Concordia Pordenone, la Galleria Civica di Modena e altri archivi privati.
L’itinerario culturale sulle vie della seta seguirà la datazione delle fotografie e rappresenterà il percorso della fotografia e dei suoi autori, sia europei ché asiatici, mettendo anzi in evidenza l’ emergere progressivo di questi ultimi sulla scena culturale internazionale e, nello stesso tempo, gli eventi e le personalità che hanno caratterizzato l’Asia in questi 168 anni trascorsi dall’invenzione della fotografia.
La mostra si compone di c.a. 180 fotografie  ed è rappresentativa di grandi Autori della storia della fotografia mondiale dell’800 e del ‘900 dei quali nel conseguente catalogo viene presentata una selezione di 130 immagini.
Il catalogo, curato da Walter Liva, direttore del CRAF, conterrà anche un testo di Gilberto Ganzer, direttore del Museo Civico di Pordenone.

A oltre un secolo di distanza da quando la felice e fortunata formula Seidenstrassen, «via della seta», venne coniata dallo studioso tedesco Ferdinand von Richtofen per sintetizzare efficacemente gli intensi traffici commerciali e gli scambi culturali intercorsi tra Oriente e Occidente da almeno il III secolo a.C. fino ai giorni nostri, questo nome è ancora oggi sinonimo di esotismo, avventura, viaggio in terre lontane: ma oltre a indicare una fitta rete di comunicazioni estesa per migliaia di chilometri su tutta l’Asia Centrale e le regioni vicine. Si può affermare che via della seta sia divenuta col tempo sinonimo stesso degli intensi e prolungati rapporti tra Oriente e Occidente, un nome-simbolo rappresentativo di una mutevole realtà storica ma non legato soltanto al passato, bensí attuale e vivo.
Si chiama "via della seta", ma sarebbe forse meglio usare il plurale per indicare l’insieme delle rotte carovaniere che, estendendosi dall’Asia Orientale al bacino del Mediterraneo, attraversavano le vaste regioni dell’Asia Centrale mettendo in contatto popoli, nazioni, imperi, religioni e tradizioni diverse e favorendo cosí l’interscambio culturale nel senso piú ampio del termine.
Allo stesso modo, lo storico dell’arte Ernest Gombrich, il più importante storico dell’arte del ‘900, sosteneva che la stessa storia dell’arte andava intesa come un itinerarium – dall’antichità alla contemporaneità – composto da tratti culturali ognuno dei quali caratterizzato da stili e canoni estetici diversi.
Anche la fotografia, nei suoi 167 anni di vita si è caratterizzata con una serie di tratti culturali che hanno seguito la cultura del tempo e le tecniche impiegate: dagli iniziali dagherrotipi, ai calotipi, alle carte all’ albumina di ottocentesca memoria fino alle prime immagini a colori e  all’attuale realizzazione digitale delle immagini, peraltro visibili immediatamente al momento dello scatto senza dover attendere tutta la trafila dello sviluppo e della stampa (chimica) in camera oscura.
L’ invenzione della fotografia permetteva anche di far vedere al mondo i luoghi descritti dalla Bibbia e dai Vangeli, di Gerusalemme e della Galilea, come aveva intuito da subito, nel marzo del 1839 Prosper Merimée vice presidente della Commission des Monuments Historiques in Francia, e da allora la fotografia ha seguito le rotte dei mercanti e degli eserciti delle potenze europee che avevano anche la necessità di far vedere all’opinione pubblica le immagini delle ricchezze naturali e storiche di quei paesi lontani che oramai erano diventati proprietà coloniale dell’Occidente.
Accanto alla caratterizzazione “geografica” delle vie della seta, oggi interessa maggiormente mettere in evidenza altri aspetti intendendo allora le vie della seta come  itinerari storici e culturali che percorrono anche simbolicamente l’Asia, dal Mediterraneo fino alla Cina e al Giappone e che la fotografia – con la sua capacità di rappresentazione della realtà – egregiamente evidenzia dalla metà dell’800 sino ai giorni nostri.
Dei  fotografi dell’800 vengono presentate le splendide immagini originali realizzate da Walter Woodbury, John Thomson, Charles Sheperd, Felice Beato, Félix Bonfils, Raimund von Stillfred, Hikoma Ueno, Per Vilhelm Berggren, Kimbei Kusakabe, Plate & Co., Clifton & Co, Pierre Dieulefils,…., oltre a una serie di fotografie inedite di Pechino che fanno parte dell’archivio del Cardinale Celso Costantini, vescovo in Cina dagli anni ’20 del ‘900.
Il ‘900 è stato per larga parte il secolo del fotogiornalismo, e le fotografie realizzate in Asia dai grandi fotografi, come John Philipps, Dmitri Kessel, Henri Cartier Bresson, Robert Capa, Werner Bishof, René Burri, Erich Lessing, Paul Almasy, Raimond Depardon, Edouard Boubat, Marc Riboud, Mahmoud Kalari, Abbas, Alain Keler, Alain Mingam,… hanno segnato l’informazione internazionale, e poi gli italiani Ilo Battigelli (in Arabia tra il 1945 e il 1950), Gabriele Basilico, Fulvio Roiter, Angelo Cozzi, Romano Cagnoni (il cui ritratto di Ho Chi Minh diventò nel 1966 la copertina di Life), Vittoriano Rastelli, Danilo De Marco, Adriano Perini,… fino ai “new topographers” del nuovo secolo Stefano Graziani e Andrea Pertoldeo, assistenti di Guido Guidi allo IUAV…e ai grandi maestri contemporanei originari dell’Asia come i cinesi Jang Meng Jer, Jing Wang, Daniel Lee e il grande maestro della fotografia di Hong Kong Leong Ka Tai, o i giapponesi Ueda Shoji, Kan Azuma, Keijki Tahara, Ken Ohara, Nobuyoshi Araki, Kenro Izu,Yoshikazu Shirakawa, Takumi Fujimoto, e le nuove giovani stelle della fotografia asiatica che brillano di luce propria: l’israeliano Ziv Koren (alla cui vita è stato dedicato un film che ora è stato addirittura proiettato in Iran), Newsha Tavakolian bravissima e coraggiosa reporter iraniana, la “scoperta” Rena Effendi, fotografa dell’Azebaijan, il fotografo di moda indiano Amit Dey, l’indonesiano Darvis Triadi che da parte sua introduce nella fotografia i canoni estetici del “batik” indonesiano e Fauzan Ijazah, a Banda Aceh il giorno dello Tsunami, il saudita Khaled Khidr con fotografie assolutamente inedite della Mecca e di Medina …ed altri ancora.
In sostanza l’itinerario culturale sulle vie della seta seguirà la datazione delle fotografie e rappresenterà il percorso della fotografia e dei suoi autori, sia europei ché asiatici, mettendo anzi in evidenza l’ emergere progressivo di questi ultimi sulla scena culturale internazionale e, nello stesso tempo, gli eventi e le personalità che hanno caratterizzato l’Asia in questi 168 anni trascorsi dall’invenzione della fotografia.
Le preziose immagini fanno parte della Galleria Civica di Modena, dell’archivio del CRAF e  di altri archivi privati.
La mostra si compone di c.a. 180 fotografie  ed è rappresentativa di grandi Autori della storia della fotografia mondiale dell’800 e del ‘900 dei quali nel conseguente catalogo viene presentata una selezione di 130 immagini.
Walter Liva
Sede Mostra:
Antico Ospedale dei Battuti, via Bellunello, San Vito al Tagliamento
Orari apertura al pubblico:
da venerdì a domenica ore 10.00 -12.30, ore 16.00 – 19.30 o su prenotazione nelle altre giornate – Ingresso libero
Inaugurazione:
Domenica  1 Luglio 2007 ore 11.00 (Battuti o Teatro Arrigoni)
Durata:
dal 1 luglio 2007 al 26 agosto 2007
Info e visite su prenotazione c/o:
Ufficio Beni e delle Attività Culturali
Comune di San Vito al Tagliamento
Via Amalteo, 41 –  33078 San Vito al Tagliamento
Tel. 0434833295, email: ufficiocultura.sanvito@virgilio.it
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Fulvio Merlak, Colori, 1984

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Fox Talbot, The Reading Establishment, 1846

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