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Giacomo Ceconi & Co. - Un album fotografico sulla costruzione del traforo dell'Arlberg (1880-1883)
Giacomo Ceconi & Co. - Un album fotografico sulla costruzione del traforo dell'Arlberg (1880-1883)
a cura di Antonio Giusa
Cavasso Nuovo
Palazzo Polcenigo Fanna “Palazat” - Museo provinciale Diogene Penzi
7 luglio – 19 agosto


 
Nell'ampio contesto dell'emigrazione friulana è emblematica la figura di Giacomo Ceconi, esempio perfetto e compiuto dell'homo novus, divenuto celebre lontano dal proprio paese. Originario di Pielungo di Vito d’Asio, in Val d’Arzino, Ceconi da semplice muratore diventò Baumeister, un imprenditore migrante che diede occupazione, presso i suoi cantieri, a un gran numero di lavoratori provenienti dalla sua stessa regione d’origine. Nel 1883 Ceconi concluse, nell’Austria occidentale, la costruzione della galleria ferroviaria che collegava il Vorarlberg con il Tirolo. Per celebrare l’evento e per rendere onore ai protagonisti di questa difficile impresa fu realizzato dal fotografo austriaco Alois Beer, un album che contiene una serie di 211 ritratti delle maestranze impegnate nei lavori. Documento prezioso dal punto di vista storico, per comprendere il periodo in cui nell’Impero Austro-ungarico si procedeva alla costruzione delle infrastrutture necessarie allo sviluppo economico, è anche uno splendido esemplare di una serie di oggetti in cui le capacità del fotografo si sono aggiunte alla raffinatezza di chi ha disegnato l’elegante coperta e alla perizia dell’artigiano rilegatore che li ha confezionati.
Doveva essere un “piacevole ricordo degli anni passati all’Arlberg Tunnel”, ma anche una testimonianza di riconoscenza “dei superiori al loro impiegato fedele al proprio dovere” e dei “pari grado al loro caro collega”. Atteggiamenti paternalistici e sentimenti di colleganza che si rispecchiano nel brano della “Canzone della campana” di Friedrich Schiller, scelto per enfatizzare la dignità del lavoro, sia quello dell’ingegno, sia quello manuale.

 

"Mille braccia s’ajutano da questo
Legame al bene social rivolte.
E nell’opra che ferve è manifesto
Il valor delle forze insieme accolte.
Tute fuor che del buono e dell’onesto
Le antiche differenze ora son tolte;
tal che sotto una legge e una fede
artefice ed alunno oprar si vede.
Or pago è ciascheduno del proprio stato,
non s’umilia per beffa e non si offende;
del lavor si fa bello ed onorato;
e condegna mercè dal Cielo attende.
La pompa dignitosa all’uom scettrato
Dall’eminente suo grado discende;
ma vien dalla fatica e dal sudore
della fronte e del braccio a noi l’onore".

[Dalla lirica di Friedrich Schiller “Das Lied von der Glocke”(La canzone della campana).
Traduzione italiana di Andrea Maffei da tratta da Ballate e liriche / Federico Schiller , Firenze, Le Monnier 1888, p. 152-170]

 
Giacomo Ceconi & Co. - Un album fotografico sulla costruzione del traforo dell'Arlberg (1880-1883)
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