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Istria tra Ottocento e Novecento
Istria tra Ottocento e Novecento
Istria tra Ottocento e Novecento
Bastione fiorito, castello di S.Giusto, Trieste
27 giugno - 28 luglio
Inaugurazione giovedì 27 giugno 2002, ore 18.00


(Paul scheuermeier, saline di Piano, 1922)

(estratto dall'introduzione di Italo Zannier al volume Istria tra ottocento e novecento realizzato in occasione della Mostra dal CRAF e dalla F.lli Alinari di Firenze)
IL PAESAGGIO DELL'ISTRIA, COME IDEA DI UN LUOGO ANTICO
...La bellezza antica dell'Istria, del suo paesaggio di roccia aspra e di mare audace, è stata visualizzata dai fotografi, "a modo loro", ma secondo un'implicita retorica figurativa, esaltandone la bellezza, innanzitutto; una bellezza che, a sua volta, nasce da un'idea leggendaria dello spazio naturale, dal mito...
...Con il "rigore" geometrico della garante prospettiva, la fotografia ha infine sublimato persuasivamente, rispetto alla manualità estrosa del disegno, un suo specifico modello di spazio e di territorio.
Il percorso dei fotografi, nell'Ottocento come nel Novecento, lungo la costa istriana - da Trieste a Pirano, da Punta Salvore a Pola e che, risalendo verso Laurana, raggiunge Fiume -, esprime e riassume un'idea costante di bellezza di quel paesaggio tra terra e mare; la si legge nell'opera di ogni fotografi avventurato in questo itinerario, l'austriaco Beer, il triestino Wulz, il fiorentino Alinari, e cento altri egualmente bravi, alcuni dei quali sono presenti in questa rassegna.
La ripresa di questa bellezza paesaggistica, è costantemente "dall'alto" di un promontorio o, ma più raramente, dal mare; sono punti di vista da cui si può contemplare il panorama, in effetti secondo un arco più ristretto di quello suggerito dal Dillaye, ma ampio al punto da suggerire il proseguimento con altre immagini, a sinistra e a destra, come raccordo ideale di un continuum paesaggistico interminabile, e solo alluso nel dettaglio della fotografia telescopica.
Un itinerario costiero, che tende a suggerire un paesaggio d'Arcadia, perlomeno prima dell'incremento turistico che ha "fotograficamente" danneggiato l'antica Idea di un luogo intoccato e puro com'era, tutta luce di flutti sugli scogli di ipotetiche sirene, come emerge in gran parte di queste fotografie pubblicate...
...La fotografia, che giunge nel territorio istriano, s'era avviata subito a Trieste, dopo l'invenzione parigina; la prima "prova" dagherrotipica era stata eseguita da Carlo Fontana bella leggendaria dimostrazione dinanzi ai giornalisti, in Strada Romagna, il 21 novembre 1839.
Trieste, la Grande Città dell'Adriatico, ebbe subito il dagherrotipo, il cui segreto era stato divulgato da Daguerre soltanto il 20 agosto di quell'anno, ma già a fine settembre l'attrezzatura era stata importata da Parigi, e utilizzata infine dal Fontana.
L'ambulante Ferdinand Brosy, "professore in fotografia", era giunto in città nel 1846, si era sistemato all'Albergo Principe Metternich e prometteva "ritratti al daguerreotipo, per 2 fiorini soltanto".
Con "il dagherrotipo in attività", i primi fotografi ambulanti transitarono anche lungo le coste istriane, inizialmente soltanto per far ritratti, ma soprattutto con le tecniche successive del collodio, fu poi il paesaggio ad essere privilegiato come soggetto, rivelando così bellezze in parte sconosciute, sollecitando un viaggio anomalo rispetto al Grand Tour, scelto anche da Fox Talbot verso la Grecia, passando a vista dal mare, lungo le coste istriane e dalmate, mano a mano animate e conosciute mediante la fotografia.
Anche Antonio e Felice Beato, nel 1850 circa, forse sono partiti da una località istriana o dalmata; è un'alternativa all'ipotesi sin'ora, che abitassero a Corfù, prima del loro mitico viaggio fotografico, in Grecia, Turchia, Crimea, Egitto, India, Cina, Giappone.
Il loro cognome, Beato, che è di origine veneziana, propone anche questa località come luogo di nascita, tuttora da individuare...
...Nei primi decenni del Novecento, fanno però eccezione le immagini realizzate da due avventurosi e lungimiranti linguisti, Paul Scheuermeier e Ugo Pellis, che negli anni Trenta operano anche in Istria per la loro ricerca; frequentano soprattutto le località di montagna, nello studio del lessico dialettale locale, dove anche la fotografia viene utilizzata, ma non soltanto come didascalia, nella compilazione di quella immensa opera, che è l'Atlante Linguistico Italiano".
Le fotografie vennero affiancate alle parole, nella convinzione che ognuna di queste immagini è un elemento facilmente riconoscibile, un vocabolario visivo popolare; un progetto ideologicamente moderno, che utilizza pionieristicamente la vero-simiglianza dell'immagine nella nostra Era dell'Iconismo, avviata proprio con Daguerre.
Le fotografie di Pellis e di Scheuermeier, ancora poco conosciute, integrano straordinariamente il repertorio fotografico dell'Istria, offrendo panorami ed elementi tipologici inconsueti, che completano il grande affresco fotografico del territorio.
L'itinerario istriano è stato vissuto da molti fotografi, spesso di origini italiana o austriaca; alcuni di questi vi installarono gli atelier, in luoghi che già promettevano il turismo, determinando un capitolo significativo nella storia della fotografia, non soltanto di quella istriana; una microstoria qui presentata solo in parte, con il contributo di studiosi locali, che ne hanno integrato profondamente la conoscenza.
La storia della fotografia è una disciplina recente e di giorno in giorno si alimenta di nuovi studi, dai quali emergono autori sconosciuti, tra i quali i fotoamatori, come Arturo Giacomelli, da pochi anni messo in luce...
...Con questa prima rassegna sull'Istria, che ci rivela oltretutto una storia pressoché sconosciuta della fotografia mitteleuropea, in un prossimo capitolo ora in progetto, si intenderà invece avviare una rivisitazione attuale dell'Istria, sia in funzione geo - topografica che sociologica, in un compendio che possiamo già definire di "geografia umana", con lo scopo di "creare nuove rappresentazioni del territorio, per scegliere un momento singolare della sua evoluzione", com'è stato negli intenti e nelle conclusioni del modello francese della ormai mitica "Mission photographique".

Italo Zannier


Si ringrazia:
Mirko Kambič, Lubjiana
Milijenko Smokvina, Rijeka
Robert Rill, Österreichisches Staatsarchiv, Kriegsarchiv, Wien
Barbara Schaukal, Landesmuseum Joanneum, Bild-und Tonarchiv, Graz
Gianfranco Ellero, Società Filologica Friulana, Udine
Beatrice Rossetto, Padova
La Direzione e la Redazione de Il Piccolo
Istria tra Ottocento e Novecento
Istria tra Ottocento e Novecento
Fulvio Merlak, Colori, 1984

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Fox Talbot, The Reading Establishment, 1846

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