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Veno Pilon, uomo di due mondi
Veno Pilon, uomo di due mondi
Borgo Castello, Gorizia
3 novembre - 2 dicembre 2001
Veno Pilon nacque nel 1896 a Ajdovscina, cittadina nell'ovest della Slovenia che allora faceva parte del mosaico multietnico dell'Impero austroungarico. Giovane studente frequentò il liceo di Gorizia dove s'illustrò per le sue qualità di disegnatore e s'impregnò della cultura delle arti plastiche italiane e nordeuropee. Appena diciottenne venne chiamato al fronte. Dopo alcuni anni di combattimenti venne fatto prigioniero dai russi e mandato a Lipeck nel bacino del Don dove visse la Rivoluzione d'ottobre. Dopo l'Armistizio, tornò in Slovenia dove incontrò alcuni tra i più famosi pittori del paese. Nel 1919 decise di iscriversi all'Accademia delle Belle Arti di Praga e venne a contatto con le correnti artistiche più moderne in particolare quelle francesi. Nel 1920 rientrò a Ajdovscina, diventata nel fra tempo italiana, e in autunno si iscrivete all'Accademia delle Belle Arti di Firenze dove approfondì le sue conoscenze dell'arte del Trecento e del Quattrocento e studiò con passione l'arte dell'incisione.
Di ritorno a casa realizzò in pochi anni una serie di dipinti all'olio che fecero molto presto di lui uno tra i più rinomati pittori sloveni. Cominciò quindi ad esporre regolarmente sia in Slovenia che in Italia: nel 1924 la sua acquaforte Amore Semplice venne scelta e presentata alla Biennale internazionale di Venezia. In seguito le sue opere furono esposte anche in Cecoslovacchia, a Vienna, a Lwow, a Berlino, a Gorizia, a Trieste...
Nel 1926, per sfuggire alla pressione fascista sempre più forte in Slovenia, si recò per la prima volta a Parigi dove s'installò in modo definitivo nel 1929 diventando per tutti Montparno. Continuò per alcuni anni a dipingere per poi orientarsi verso la fotografia. Realizzò in particolare una serie di magnifici ritratti di artisti come De Chirico, Lhote, Zadkine, Campigli, De Pisis, ecc.
Dopo la seconda guerra mondiale, la Slovenia ricuperò la sua identità e Pilon raggiunse i suoi compatrioti per partecipare alla realizzazione del primo lungo metraggio sloveno. Negli anni cinquanta, a Parigi, divenne l'uomo tutto fare di Nesto Jacometti. Tra gli anni '50 e '60, ricominciò ad interessarsi all'incisione. Coltivò le relazioni con la sua patria e con Jacometti aiutò il più moderno progetto artistico di Ljubljana, la Biennale internazionale di incisione. Nel 1954, la Galleria Moderna presentò una retrospettiva dei suoi disegni ed incisioni mentre nel 1966 in una grande retrospettiva furono presentate al pubblico i suoi dipinti e le sue fotografie. Nel 1968 apparve nella tipografia del suo amico Jean Vodain a Parigi il suo Oracolo dei Pittori intitolato indovinelli per amici curiosi e conoscitori. Dopo la morte di sua moglie, tornò a Ajdovscina e vi morì nel 1970. Dopo che suo figlio Dominique fece dono alla cittadina di tutte le sue opere, venne fondata a Ajdovscina la Galleria Pilon nella quale vengono conservate le tracce artistiche di questo grande maestro, creatore multiforme e testimone curioso del quartiere di Montparnasse.
Veno Pilon, uomo di due mondi
Veno Pilon, uomo di due mondi
Fulvio Merlak, Colori, 1984

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Fox Talbot, The Reading Establishment, 1846

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