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Adriano Perini
Adriano Perini
10 giugno – 9 luglio 2000
Villa Ciani, Lestans, Galleria John Phillips e Annamaria Borletti

“Funzionale e opportuna limitazione del campo di presa” è la definizione che il dizionario fornisce per il termine “inquadratura”.
Si addice perfettamente al lavoro di Adriano Perini poiché esso si presenta come il risultato di meditate ed equilibrate scelte nella visione.
Un lavoro “a togliere”, un esercizio della contemplazione che non richiede velocità anzi, al contrario, lentezza e desiderio di trasmettere quasi un senso di rispetto per la natura e per certi magici equilibri che talvolta l'uomo ha saputo stabilire con essa, quando si è espresso al meglio con l'architettura. E' una fotografia in sui si percepisce una concentrazione tesa e sospesa, a volte ricca di un'atmosfera quasi metafisica, grazie anche ad una luce precisa e tagliente.
Una fotografia che nel bianco e nero trova origini antiche e classiche, una fotografia straight anche se le etichettature sono sempre un po' strette e rischiose. La scelta del formato medio per la ripresa e la particolare cura per la stampa, eseguita secondo le migliori traduzioni chimiche, conferiscono a tutto il lavoro un'alta qualità che si traduce non solo in preziosità formale (che anche il non esperto percepisce), ma soprattutto in una ricchezza di messaggi, che vanno ben oltre la descrizione superficiale, ed arrivano ad un “bello-profondo” con semplicità e coerenza.

Guido Cecere
Adriano Perini
Fulvio Merlak, Colori, 1984

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Fox Talbot, The Reading Establishment, 1846

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