archivio mostre
1990 - Spilimbergo Fotografia
1990 - Le Mostre:
EFFEMERIDE - CENTO FOTOGRAFIE DALL’ARCHIVIO DI ITALO ZANNIER
Mostra a cura di Paolo Costantini
Palazzo Tadea,Castello di Spilimbergo
5 maggio – 2 settembre 1990


La mostra propone un’inedita esplorazione dell’archivio di uno dei massimi studiosi della storia della fotografia in Italia.Lo stesso Italo Zanier,dapprima fotografo di spicco nel panorama della fotogrfia italiana del dopoguerra,fondatore e animatore del “Gruppo Friulano per una Nuova Fotografia”,quindi critico e storico della fotografia e docente di questa disciplina presso l’Università di Bologna e Venezia,ha operato la scelta delle 100 fotografie che compongono questa mostra.
Suddivise in gruppi tematici e cronologici,le fotografie scelte per la mostra di Spilimbergo,offrono una nuova e suggestiva panoramica sull’intera tradizione della fotografia,che ha appena festeggiato i suoi 150 di vita.
Nei nuclei principali che compongono la mostra,che raccoglie complessivamente 70 autori,sono incluse rare immagini ottocentesche di autori di granmde rilievo internazionale( come Carlo Naja,Eugéne Appert,Henry Peach Robinson,Giorgio Sommer,Pierre Petit,Giacomo Bogi) e i maggiori protagonisti delle sperimentazioni fotografiche degli anni Trente,Quaranta e Cinquanta(Josè Ortiz-Echagne,Otto Steiner,Leopold Fiscer,Domenico Riccardo Pretti-Griva,Luigi Veronesi,Antonio Boggeri,Giuseppe Cavalli).La mostra dà poi conto dei molti e continui contattidi Zanier con i fotografi amici che,insieme a lui,hanno contribuito a dare l’identità alla fotografia italiana degli ultimi decenni:scorrono dunque le immagini,spesso del tutto inedite,di Branzi e Bevilacqua,Finazzi e Donzelli,Persico e Grignani,Roiter e Berengo Gardin,Gasparini e Castellano,Borghesan e Bassani,Scianna e Secchiaroli,De Biasi e Colombo,Lotti e Migliori,Paolo Monti e Mario Giacomelli (cui sono dedicati due gruppi significativi di immagini).Infine,la più giovane fotografia italiana,tante volte“scoperta”da Italo Zanier e amorosamente seguita nei suoi sviluppi più concettuali e anche provocatori:la fotografia di Cresci e Jodice,di Basilico e Salbitani,di Radino e Ghirri,di Fontana e Patella,di Russo e Mulas ecc..Concludono la mostra due nuclei degli autori italiani contemporanei ai quali Zannier ha,da sempre,dedicato maggiore attenzione e numerosi interventi critici:le intriganti foto “quotidiane” di Guido Guidi e le straordinarie “invenzioni” di Paolo Gioli.Tutte le immagini della mostra sono pubblicate nel catalogo edito da Alinari e curato da Paolo Costantini,con interventi di Italo Zanier,Claudio De Paolo e Paolo Costantini.
L’allestimento della mostra è di Giulio Zannier.



OMBRE SULLE NUVOLE
FOTOGRAFIE DEGLI AVIATORI ITALIANI NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
Mostra a cura di Fabio Amodeo e Gianpaolo Cuscunà
Palazzina Barbacane,viale Barbacane
2 giugno – 15 luglio 1990
Volume Art&
Alla Comina,alle porte di Pordenone,sorse nel 1910 il primo campo di addestramento della non ancora nata Aeronautica militare italiana.Allo scoppio della Prima guerra mondiale,il campo divenne base per gli aerei da bombardamento Caproni,che,fino a Caporetto,operarono sui fronti dell’Isonzo e delle Alpi,compiendo missioni ardite come le azioni sulla base di Pola o il bombardamento notturno delle Bocche di Cattaro.Alla comina operava.come fotografo militare.Giovanni Cividini (1879-1959).Triestino di nascita,italiano di sentimenti,ebbe studio a Trieste,ma all’approssimarsi della guerra si trasferì nel pordenonese.Divenne così collaboratore fotografico e amico di molti aviatori,dei quali scattava ritratti,oppure trattava semplicemente il materiale.è nato così uno straordinario album fotografico,rimasto fino a pochi anni fa di proprietà degli eredi,e da essi ceduto al Centro Culturale Pubblico Polivalente.L’album è un composito affresco della vita dei primi aviatori di guerra:ritratti ufficiali,foto panoramiche,ma anche istantanee tra le nubi,immagini riprese dall’aereo,scatti dei momenti di festa o delle visite importanti.E,soprattutto,visioni insolite dei primi aerei,dettagli o rarissime riprese  in volo dei prodotti dell’ancora giovane industria aeronautica.Per questi motivi,la mostra si rivolge allo storico e all’appassionato di fotografia,ma anche al cultore di vicenda militari o di aeronautica:una lettura a più livelli,attraverso la quale è possibile risalire alla genesi di una leggenda.

KALEIDOSCOPO: FRANCO FONTANA; FOTOGRAFIE 1960 - 1990

DIEGO DE HENRIQUEZ: LE FACCE DELLA GUERRA
VIAGGIO NELLA TRIESTE DI SVEVO: ARTURO GIACOMELLI FOTOGRAFO
Mostra a cura di Fabio Amodeo e Nives Millin
Cantine del Castello di Spilimbergo
2 giugno – 2 settembre 1990
Volume del Centro di Documentazione Friuli Venezia Giulia
Oscuro magistrato civile nella Trieste degli ultimi anni dell’Impero Asburgico,Arturo Giacomelli fu fotografo dilettante.Fotografò,con l’occhio disincantato di un moderno “amateur”,la gente,i volti,le fogge dei vestiti,i venditori ambulanti,i ricchi e i poveri di una società che si apprestava a scomparire;in un momento nel quale Trieste stava raggiungendo la sua massima ricchezza economica,e in cui si apprestava a diventare uno dei punti focali della svolta culturale europea.
Arturo Giacomelli ha lasciato oltre cinquecento lastre di questo suo grande ritratto fotografico.Per mezzo secolo,queste lastre sono rimaste dimenticate in una soffitta.Salvate fortunosamente dalla distruzione,riaffiorano ora,stampate con procedimenti moderni,per mostrare ciò che nessun contemporaneo ha visto:un reportage fresco,spontaneo,sulla città nella quale Svevo cercava riconoscimenti per i suoi romanzi e andava a lezione da Joyce,Saba sviluppava la sua originale vena poetica,Scipio Slataper elaborava le fervide speranze in un futuro di riscatto.La mostra “Arturo Giacomelli – Viaggio fotografico nella Trieste di Svevo” si articola su un centinaio di fotografie,tra le più rilevanti dell’archivio,edè accompagnata da un libro edito dal Centro di documentazione fotografica.
1990 - Spilimbergo Fotografia
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